venerdì 28 gennaio 2011

Interviste ai clienti StenopeiKa

Questa volta mi sono dedicato ad un'attività che proprio non è la mia: fare l'intervistatore!

Dare la parola hai clienti era un progetto che avevo in mente da tempo e finalmente, grazie alla pazienza di Alberto, siamo riusciti nell'impresa.

Visto il sempre maggiore entusiasmo (per fortuna) intorno alle “creature della famiglia”, ma soprattutto vista la passione con la quale Alberto si è buttato in questa avventura (è lui che ha avuto addirittura l’idea di aprire un gruppo di Flickr) mi sembrava il minimo contraccambiare dando voce proprio al moderatore del gruppo con una mini intervista condita dalle foto realizzate proprio con la scatola magica.
Pur essendo l’ideatore, confesso che ogni volta che vedo qualcuno immortalato ad utilizzare StenopeiKa, mi emoziono come quando riuscii a tirar fuori la prima foto decente da un mio aggeggio, ma soprattutto mi riempio di orgoglio. Riesco addirittura a montarmi la testa quando vedo dei risultati straordinari come quelli di Alberto (alias Elastic Society su flickr).

Andiamo a conoscere meglio il nostro amico, così da poter anche cominciare a ricamare un identikit del moderno “utente stenopeico”, sempre più raro in piena era digitale.

Nonostante gli sforzi di associazioni come slow food, che tentato in tutti modi di salvaguardare i prodotti tipici e di educare alla lentezza (nel loro caso per l’alimentazione), la cultura della frenesia spesso ha il sopravvento, nel cibo come nella foto. E’ partendo dal principio che anche la foto è un piacere, che nascono queste fotocamere, e sono sicuro che anche il nostro Alberto sia sulla stessa linea d’onda.


Come hai fatto a scoprire il foro stenopeico?

L'ho scoperto su internet qualche anno fa, e avrei voluto costruirmi una stenopeica da solo, ma non ho mai trovato il tempo di farlo. Ho visto online un sacco di tutorial, ma i risultati non erano mai soddisfacenti. Avevo quasi dimenticato l'idea, quando per caso – cercando roba vintage su ebay – ho notato la Stenopeika.. Mi ha convinto subito, anche perchè avere un contatto con chi l'ha costruita è senz'altro una marcia in più.


Ti sarai reso conto che l’approccio all’atto di fotografare è decisamente diverso da quello che chiamiamo “fotografia tradizionale” analogica o digitale che sia, com’è il tuo rapporto con questo tipo di disciplina? Raccontaci il tuo primo approccio, e la sensazione che hai provato a scattare senza mirino.

La società moderna tenta di eliminare l'errore dalla vita. E' una società che si vuole perfetta. Il foro stenopeico per sua natura va contro questa concezione stritolante, ed è per questo che mi affascina. La prima volta che ho usato il foro ero in giro con la mia compagna a fare foto in mezzo a un campo di erbe incolte, nei pressi di una ferrovia. E' stato fantastico, lei con una Nikon e io con la scatola magica!


Cosa ne pensi della cultura della lentezza nel foro stenopeico, in fotografia, è il capostipite?

Credo che il foro sia capostipite di tutta la moderna fotografia, tradizionale e non. Più che la lentezza, mi piace molto la relativa casualità con cui si prendono samples della realtà. Mi pare appunto più un'operazione di sampling, di ripresa, di campionamento, che non una vera e propria “fotografia”. Anche se, ovviamente, anche qui scriviamo con la luce.

Dalla risposta m’immagino che già da parecchio tempo fotografi e che la tua è stata una lenta evoluzione, com’è hai iniziato a fotografare? com'è nata la tua passione?

Mio padre è fotografo, e i miei genitori mi hanno messo in mano una kodak instamatic quando avevo 6 anni, credo. Da allora, non mi sono mai fermato. Non sono un fotografo, non mi reputo tale e non ho una carriera alle spalle. Ho sempre praticato le macchine fotografiche, e questo mi ha dato più che altro un'estetica, e un modo di guardare alla realtà. Collaboro con Plein Air, una rivista di turismo e campeggio ogni mese in edicola, e i miei reportage di viaggio sono sempre corredati dalle fotografie dei posti che visito. Uso il digitale quando devo lavorare, l'analogico quando devo divertirmi e non sono preoccupato dei risultati.

Arrivato al culmine tecnologico hai deciso di fermarti, ed in un certo senso di tornare alle origini, tutta colpa di StenopeiKa? come hai scoperto questo mondo di “scatole magiche”?

L'ho scoperta su ebay, cercando macchine fotografiche d'epoca delle quali sono un appassionato. E poi ho conosciuto via email Samuele, che con i suoi consigli è stato utilissimo! Posseggo altre macchine analogiche antiche. Una Zeiss Nettar, un'altra Zeiss Tengor Box del '32, una Diana e una Nikon F2A. Mi piace molto l'idea di fotografare con roba vecchia che funziona ancora, tutta roba senza batterie e senza contatti elettrici. La meccanica, come si sa, è molto meglio dell'elettronica!


Quando hai scattato le foto di questo articolo ti sei ispirato a qualche lavoro esistente? In molti pensano che questo tipo di fotocamere siano incontrollabili, io non la penso così, ma sono di parte, tu invece la pensi?

No, non mi sono ispirato a nessun fotografo esistente, mi sono solo portato dietro la stenopeica per iniziare a conoscerla e a scoprirne le potenzialità. Solo ora riesco a padroneggiarla e ad ottenere i risultati che mi aspetto in fase di ripresa. Queste fotocamere sono controllabili entro un certo limite. Si tratta di serendipità forse, di trovare qualcosa lì dove non ti aspettavi di trovarlo, o di lasciare più spazio al caso. Cosa che non fa mai male, non solo in fotografia.


Moltissimi pensano che la fotografia a foro stenopeico sia molto limitata, io ho un’opinione molto più moderata e sono dell’avviso che questo mezzo arcaico stimoli molto la fantasia e la sperimentazione, sarei curioso di fotografare una gara di formula 1… Secondo te Alberto quali campi di utilizzo può avere la tua StenopeiKa? E’ davvero una fotografia limitata? Hai dei progetti per il futuro?

Limitata come aggettivo mi sembra fuori luogo. Ogni tecnica ha una storia, ed è interessante ripercorrere quella storia anche solo apprendendo le tecniche di ripresa e i materiali usati. Dipende da quello che si ha in mente. Al momento non ho progetti futuri, se non continuare ad usare le mie macchine, e magari comprarne qualcun'altra più vecchia, o una bella anamorfica Stenopeika o una Multiformato, non so...

Come lavori i tuoi negativi? Come stampi le tue foto?

Acquisisco i negativi in digitale, per le stampe invece mi affido ad un paio di laboratori in zona che sono abbastanza affidabili.

Hai un fotografo preferito? e perchè?

Mi piace molto il lavoro di Ansel Adams, sia per la tematica sia per le scelte tonali. E adoro anche le panoramiche di Koudelka. Ho visto recentemente i lavori di Michael Kenna, e ne sono rimasto completamente affascinato. Il grande portfolio “A Silent World” secondo me è un capolavoro, emozionante e intenso. http://trinixy.ru/michael_kenna.html

Che libro stai leggendo in questo momento? che musica ascolti? quali sono i tuoi film preferiti?

Sto cercando di terminare "Oblomov" di Goncarov e "Elogio della Cortesia" di Axia. Ascolto molta musica e ne suono anche parecchia, dal momento che ho prodotto molti dischi e lavorato molto con la musica. Suono la chitarra acustica e ho composto musica per film, oltre che per i miei album. Mi piace molto il country, il jazz anni 50/60, l'elettronica, il dub e alcune cose di Mozart. Adoro Johnny Cash, Hank Williams e tutto il country della east-coast, Miles Davis e i Pink Floyd. Ma non saprei dare un'indicazione precisa. Ascolto veramente di tutto, apprezzo la musica nel suo insieme e non esistono generi che non sopporto. D'altra parte non sono un grande appassionato di cinema, anche se sto cercando di colmare le mie lacune. Qualunque cosa di Kubrik e di Allen soddisfano comunque i miei interessi e mi danno sempre nuovi stimoli. Per Kubrik consiglierei a tutti i fotografi o sedicenti tali di guardare “Barry Lyndon”. Per Allen, al primo posto metto “Provaci ancora, Sam”, ma davvero c'è l'imbarazzo della scelta.

Nessun commento:

Posta un commento